La definizione
L’ecomuseo è una forma museale innovativa, un progetto integrato di tutela, valorizzazione e gestione di un territorio omogeneo, ricco di beni patrimoniali culturali e naturali di cui la comunità si prende cura in funzione di uno sviluppo sostenibile. Concetti quali rinnovo e riproposizione, orientamento allo sviluppo futuro, partecipazione attiva delle comunità locali nelle azioni di cura e valorizzazione dei luoghi e dei saperi indicano un percorso dinamico e non meramente conservativo dell’azione ecomuseale, che si esplica, per esempio, nella creazione delle mappe di comunità, rappresentazioni del paesaggio così come è percepito dalle comunità che lo vivono.
Cenni storici
Il Museo Skansen, vicino Stoccolma, fondato nel 1891, è il primo esempio di “museo all’aperto” inteso come una “collezione di edifici aperti al pubblico, come abitazioni contadine, fattorie, case di pescatori ed artigiani, che si completano con attività educative, informative e di intrattenimento” (ICOM 1957).
Questo nuovo approccio museografico è l’antenato illustre del concetto evoluto di “ecomuseo”. È il dibattito culturale, nato dalla contestazione della fine anni Sessanta del ‘900, a stimolare nell’ambito della museologia internazionale nuove riflessioni. Le idee più rivoluzionarie di progettazione ecomuseale trovano nella Francia degli anni Settanta terreno fertile per sovvertire completamente il rapporto classico tra patrimonio culturale e museo.
Nel 1971 Hugues de Varine conia il termine ecomuseo, frutto del dibattito che ha visto coinvolto anche Rivière; lo descrive come “un qualcosa che rappresenta ciò che un territorio è, e ciò che sono i suoi abitanti, a partire dalla cultura viva delle persone, del loro ambiente, da ciò che hanno ereditato dal passato, da quello che amano e che desiderano mostrare ai loro ospiti e trasmettere ai loro figli”. George Henri Rivière risponde col dire che “l’ecomuseo è uno specchio dove una popolazione si guarda per riconoscersi. Ma è anche lo specchio che la comunità offre ai propri ospiti per farsi meglio comprendere, far conoscere i propri usi, tradizioni, la propria vita”.
Diventa chiaro così che il prefisso “eco” si rifà al concetto di ecologia umana o sociale rendendo centrale il ruolo dinamico di una comunità consapevole del suo rapporto con il territorio; “museo” si riferisce, invece, esclusivamente al linguaggio di cose.
L’ecomuseo, come forma museale innovativa, non è delimitata da mura, ma investe un territorio omogeneo, composto da un insieme di ecosistemi. Si occupa di ambiente, cultura, economia e società. È rivolto allo sviluppo locale sostenibile, e in questo senso l’ecomuseo è da considerare un progetto sociale e allo stesso tempo il “capitale sociale” del nostro futuro.
Questo nuovo approccio museografico è l’antenato illustre del concetto evoluto di “ecomuseo”. È il dibattito culturale, nato dalla contestazione della fine anni Sessanta del ‘900, a stimolare nell’ambito della museologia internazionale nuove riflessioni. Le idee più rivoluzionarie di progettazione ecomuseale trovano nella Francia degli anni Settanta terreno fertile per sovvertire completamente il rapporto classico tra patrimonio culturale e museo.
Nel 1971 Hugues de Varine conia il termine ecomuseo, frutto del dibattito che ha visto coinvolto anche Rivière; lo descrive come “un qualcosa che rappresenta ciò che un territorio è, e ciò che sono i suoi abitanti, a partire dalla cultura viva delle persone, del loro ambiente, da ciò che hanno ereditato dal passato, da quello che amano e che desiderano mostrare ai loro ospiti e trasmettere ai loro figli”. George Henri Rivière risponde col dire che “l’ecomuseo è uno specchio dove una popolazione si guarda per riconoscersi. Ma è anche lo specchio che la comunità offre ai propri ospiti per farsi meglio comprendere, far conoscere i propri usi, tradizioni, la propria vita”.
Diventa chiaro così che il prefisso “eco” si rifà al concetto di ecologia umana o sociale rendendo centrale il ruolo dinamico di una comunità consapevole del suo rapporto con il territorio; “museo” si riferisce, invece, esclusivamente al linguaggio di cose.
L’ecomuseo, come forma museale innovativa, non è delimitata da mura, ma investe un territorio omogeneo, composto da un insieme di ecosistemi. Si occupa di ambiente, cultura, economia e società. È rivolto allo sviluppo locale sostenibile, e in questo senso l’ecomuseo è da considerare un progetto sociale e allo stesso tempo il “capitale sociale” del nostro futuro.