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Archeologia industriale

Nella seconda metà dell’Ottocento l’imprenditoria triestina non disponendo di un’area su cui far sviluppare una propria zona industriale, scelse di far riferimento al territorio monfalconese: grazie agli interessi imprenditoriali triestini, Monfalcone assistette ad un notevole e rapido incremento industriale, nonché ad una crescita demografica, urbanistica e sociale che la risollevò nel tempo dalla condizione di arretratezza economica vissuta durante gli anni di dominazione veneziana.
In una prima fase di industrializzazione, tra il 1854 e gli anni Novanta, si costruiscono infrastrutture come la tratta ferroviaria Trieste-Monfalcone, il canale de Dottori e il porto-canale navigabile Valentinis, e nascono le prime manifatture e piccolo-medie industrie.
Con la seconda fase di industrializzazione, nel periodo tra inizio Novecento e la Grande Guerra, protagonista è il Cantiere Navale Triestino (CNT), voluto nel bacino lagunare di Panzano dalla famiglia Cosulich: una volta costruito, nel 1907, divenne “traino” dell’economia monfalconese; nelle vicinanze sorse un grande quartiere operaio, il cui nucleo originario è stato quell’Albergo Operai che oggi è sede del Museo della Cantieristica.

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