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Cantiere Navale Triestino

Descrizione

Nel 1907 ha inizio la storia del Cantiere Navale, progettato e finanziato dalla famiglia Cosulich.
Il cantiere viene ufficialmente inaugurato il 3 aprile dell’anno successivo. Giorno dopo giorno diventerà un luogo sempre più importante a Monfalcone, tanto che l’industria navale divenne l’economia trainante della città.
Monfalcone fu scelta come luogo in cui far costruire il cantiere perché favorita dai progressi industriali che stava vivendo: tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento prendevano vita le prime attività industriali, si costruiva la ferrovia che collega Trieste a Venezia, si iniziarono gli scavi del canale di Porto Rosega e si interveniva sul bacino di Panzano; consistente era anche l’aumento demografico che equivaleva ad una più alta disponibilità di manodopera.
L’attività produttiva del cantiere cominciò da subito con l’impostazione sugli scali dei due piroscafi Trieste e Split, e vantava la presenza di operai provenienti da Monfalcone, da Trieste e da Pola. La produzione di navi mercantili e militari proseguì fino allo scoppio della Grande Guerra, quando il cantiere dovette affrontare anni veramente difficili: gli scali furono quasi interamente distrutti dai bombardamenti e gran parte della forza lavoro abbandonò il cantiere non potendo continuare la propria attività per la vicinanza alla linea del fronte.
Una volta terminato il conflitto la compagnia assunse la denominazione “Cosulich Società Triestina di Navigazione”, e riprese la propria produzione caratterizzata da bacini galleggianti, chiatte, motonavi, motoscafi passeggieri, piroscafi, posamine, rimorchiatori e sommergibili. Emblema della produzione navale degli anni Venti furono le due navi gemelle Saturnia e Vulcania.
Con il 1923 e l’interesse della famiglia Cosulich alla navigazione aerea, tra l’altro proprietaria dal 1921 della Società Italiana Servizi Aerei (SISA) , furono aperte le Officine Aeronautiche: furono sede di produzione di numerosi velivoli sia civili che militari. Con quest’apertura la denominazione degli stabilimenti mutò nuovamente in “Cantieri Aeronautici e Navali Triestini”.
La gestione della famiglia Cosulich durò fino al 1933 quando, a seguito di una fusione con un’altra società di cantieristica navale italiana, i Cantieri erano diventati Riuniti dell’Adriatico (CRDA). Allo scoppiare del secondo conflitto mondiale gli stabilimenti della CRDA raggiunsero i 21.000 dipendenti, il più alto mai raggiunto. I bombardamenti del ’44 danneggiarono pesantemente le strutture industriali, riducendo drasticamente le attività produttive; le Officine Aeronautiche e i velivoli in costruzione nel cantiere vennero distrutti, ma presto ricostruiti una volta terminato il conflitto. Nel 1966 i CRDA confluiscono nell’azienda denominata Italcantieri, e negli anni Ottanta la cantieristica passa sotto il controllo del gruppo Fincantieri, l’attuale azienda operante nel settore della cantieristica navale e riconosciuta a livello europeo; ad essa si attribuisce il fondamentale contributo allo sviluppo della città di Monfalcone.


Riferimenti dal web:
https://www.nauticareport.it/dettnews/report/cantiere_navale_triestino_i_primi_anni_di_trieste_italiana-6-4975/
https://www.loppure.it/il-cantiere-navale-di-monfalcone-tra-ottocento-e-primo-dopoguerra/
https://it.wikipedia.org/wiki/Cantiere_Navale_Triestino

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