Una storia bisiaca, una ricetta carnica, un prodotto regionale.
Nella Gazzetta Ufficiale del 29 luglio 2017 il Ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali ha inserito nell'elenco dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali (Pat) le due versioni storicamente originarie del Friuli Venezia Giulia, del noto dolce Tiramisù. Grazie alla documentazione raccolta è stata riconosciuta la primogenitura alla variante “isontina” del semifreddo a base di crema di zabaione cotta e servita fredda in bicchiere creata da Mario Cosolo negli anni Trenta, nota inizialmente come “Coppa Vetturino” e poi ribattezzata in dialetto bisiàc “Tirime su”. Il riconoscimento PAT lega la versione "bisiaca" del dolce a quella classica del trancio al mascarpone conosciuta universalmente come “Tiramisù”, proposta negli anni Cinquanta dello scorso secolo nel menù dell'albergo ristorante "Roma" di Tolmezzo (Udine).
Il Consorzio Culturale del Monfalconese – Ecomuseo Territori, titolare del marchio Tirime su - Coppa Vetturino™ promuove la tutela e la valorizzazione del tiramisù nella sua versione originaria in quanto bene culturale del territorio e della sua comunità e dolce autoctono della Venezia Giulia.
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Un dolce da re - Un po' di storia
La versione originaria del tiramisù, la Tirime su - Coppa Vetturino™, documentata fin dal 1935, è stata creata da Mario Cosolo, quando, arruolato per il servizio militare nella brigata di cucina della Regia Marina in qualità di cuoco pasticciere (professione appresa presso la storica e rinomatissima pasticceria "Pirona" di Trieste), era imbarcato sul panfilo reale “Savoia”. Chiamato a partecipare ad una gara di pasticceria per il re Vittorio Emanuele III, il dolce da lui preparato si distinse quale migliore ricetta. Congedato dalla Marina e dopo essere stato per un anno e mezzo cuoco di bordo su navi da crociera del Lloyd Triestino, nel 1939 tornò nel ristorante di famiglia “Al Vetturino” di Pieris dove lo propose con la denominazione “Coppa Vetturino”.
Il ristorante di famiglia inizia la sua attività come rivendita di vini, avviata da Antonio Cosolo e dalla moglie Gisella intorno al 1850 a Pieris. Nel 1878 il locale si trasferisce in quella che diventò la sua sede definitiva, assumendo la denominazione “Al Vetturino”. Per il suo forte legame ai sapori e saperi del territorio, il ristorante ebbe subito ottima fama, che mantenne immutata nel tempo: durante la sua gestione, la cucina di Mario Cosolo ottiene nel 1959 la Stella Michelin e attrae personaggi famosi del mondo dello spettacolo e dello sport (Gino Bartali, Tiberio Mitri, Walter Chiari e Alida Chelli, Gianni Morandi, Johnny Dorelli e Catherine Spaak, Charles Aznavour, Maria Callas, Zigaina e Pasolini, solo per citarne alcuni).
Nel 1947, nel periodo post bellico, duro ma carico di volontà di ricostruzione e speranza in un futuro migliore, Mario Cosolo decise di cambiare denominazione al dessert in “Tirime su”. Durante Colse lo spirito scherzoso e un po’ osè di una battuta dialettale che Bruno Cimadori, assiduo frequentatore del Vetturino, durante un pranzo rivolse alla cameriera, per magnificare le doti afrodisiache della coppa. A prova di ciò, l'archivio conserva una fotografia del 1950, scattata all'interno del ristorante, nel corso del ricevimento per le nozze fra Tiberio Mitri e Fulvia Franco, in cui appare il manifesto pubblicitario con lo slogan "il tirime su di Mario vale più di quel che costa". Ben presto, sul territorio monfalconese ed a Trieste, si diffuse l’abitudine, per chi poteva permetterselo, di dire «andiamo al Vetturino per mangiare il Tirime su».
La ricetta originaria di Mario Cosolo non ha mai subito variazioni né negli ingredienti, né nella preparazione, né nella presentazione, restando immutata per tutto il periodo in cui Mario Cosolo è stato l’anima del ristorante “Al Vetturino”. La ricetta originale, salvata grazie alla volontà ed allo sforzo della figlia Flavia, è un dolce al cucchiaio servito in coppa, essenzialmente costituito da uno strato inferiore di mousse al cioccolato ed uno superiore di mousse allo zabaione, inframmezzato da un pan di Spagna imbevuto di liquori.
Nell’ottobre del 1975 la rivista italiana “La buona tavola” definì il semifreddo di Cosolo quale «capostipite di tutta una numerosa famiglia di "tirame su" che si possono incontrare oggi nelle trattorie friulane»



