Il Carnevale monfalconese e non è il funerale del Carnevale, a Doberdò ha preso il nome di Stric Lovre. Quella di Doberdò non è una manifestazione singolare e specifica del paese, ma una tradizione che affonda le proprie radici in una comunissima prassi folclorica coeva presente tra popolazioni neolatine, slave e altre.
La manifestazione aveva inizio con il ritrovo popolare in occasione del primo giorno di Quaresima, cui seguiva l’arrivo del pupazzo che rappresentava il Carnevale “morto” il giorno prima; nei dintorni si sarebbe poi sviluppata una parodia del corte funebre, con gente che ride, schiamazza e canta, anche durante il falò del pupazzo. Risultando spesso una parodia di un rito liturgico nella realtà legato ad eventi tristi, accadde che l’autorità pubblica, anche sotto richiesta dei parroci indispettiti, proibì questo tipo di manifestazione. Come, per esempio, a Ronchi nel 1896: quando la processione fu interrotta per “non urtare forse l’autorità ecclesiastica”.
Tutt’oggi, purtroppo, la festa non si ripete ogni anno, anzi ultimamente è una manifestazione negata per le peripezie ed incomprensioni all’interno del paese e delle organizzazioni varie.


