Descrizione
L’estrazione della ghiaia dal letto dell’Isonzo è stata per i paesi situati lungo l’ultimo tratto delle rive del fiume un’attività di discreta importanza per diverso tempo: il corso d’acqua forniva pietre e sassi poi utilizzati direttamente o trasportati alle fornaci di calce, oppure pietrisco di vario taglio, sabbia e ghiaia invece impiegati nel settore edilizio.
Nel territorio di San Canzian d’Isonzo e Staranzano, nel XIX secolo, ghiaia e sabbia erano ancora raccolte a mano con apposite pale e arnesi, caricati sui barconi e trasportati nei porti vicini dov’erano rivenduti o impiegati nei cantieri edili. Con i progressi tecnologici del secolo successivo il lavoro manuale fu presto sostituito da quello meccanico, e negli anni Cinquanta le località di Turriaco e Pieris videro la realizzazione di due impianti di estrazione, attivi fino agli anni Ottanta quando l’attività fu sospesa. Entrambi gli impianti si costituivano di nastri trasportatori muniti di pale che sollevavano la ghiaia dal letto del fiume, per poi convogliarla ad un fabbricato dove avvenivano le operazioni di selezione e triturazione.