Descrizione
Vari studi datano la costruzione dell’impianto termale di Monfalcone verso la fine del I secolo a.C., e secondo Plinio il Vecchio la fonte termale era collocata nella parte ovest dell’isola, fra le Insulae Clarae. I resti sono ancora in parte visibili, e conservano una memoria secolare: nel 452 d.C, come accadde per Aquileia distrutta dalle invasioni barbariche, le Terme Romane furono abbandonate per quasi mille anni; furono riportate alla luce e riattivate nel 1433, per volontà del podestà Francesco Nani. Nello stesso anno, tuttavia, il complesso riportò gravi danni a causa delle invasioni turche. Fu ricostruito prima alla fine del Cinquecento e poi nel 1840, e continuò la sua attività fino alla Prima Guerra mondiale; vennero definitivamente ripristinate agli inizi di questo secolo.
Alcuni scavi condotti nel 1911 portarono alla luce sul lato orientale una corte fiancheggiata sui due lati da un portico, con vani pavimentati in cotto e in parte affrescati, altri vani più piccoli definiti “lavabi” e varie statuette decorative in marmo.
Altre ricerche, invece, hanno portato alla scoperta di iscrizioni votive per avvenute guarigioni: è possibile così ipotizzare la presenza, strettamente collegata alle fonti termali, di uno spazio sacro consacrato alla fonte stessa e ai suoi poteri salutari, da cui deriva il culto Fons Timavi.

