Raccontiamo la storia di una ricetta che dal panfilo reale Savoia arriva fino alle nostre tavole.
Erano gli anni ‘50 dell’800, quando Antonio Cosolo assieme alla moglie Gisella apriva uno spaccio di vini nella casa paterna a Pieris. Qualche tempo dopo la licenza dell’osteria passa al fratello Giulio, “Giuliet Fusàr”, che prima faceva il cestaio e il vetturino di piazza. Nel 1878 l’attività si trasferisce in spazi più ampi ed espone l’insegna “Trattoria al Vetturino”. Turisti e villeggianti giungevano sempre più numerosi anche grazie alla nuova ferrovia Monfalcone-Cervignano. Tecnici, ingegneri, austriaci e cecoslovacchi, impegnati alla costruzione del ponte ferroviario sull’Isonzo, frequentavano abitualmente la prima trattoria del paese. Altro impulso agli affari fu dato nel 1908 dall’attività dei cantieri navali Cosulich di Monfalcone. Nel 1913 l’avviata trattoria passa alla gestione del figlio Antonio detto “Toni de Giulio”. La Prima Guerra Mondiale interrompe bruscamente, insieme alla tranquilla vita del paese, anche l’attività della trattoria. La ricostruzione post-bellica e lo sviluppo del cantiere navale di Monfalcone, che in quegli anni impostava importanti motonavi come il Saturnia e il Vulcania, contribuiscono a far diventare il ricostruito e rinnovato locale di Pieris Albergo “Al Vetturino”, un tradizionale ritrovo e un’attrattiva per clienti e villeggianti che arrivavano da tutto il mandamento e non solo. La passione per la cucina è trasmessa al figlio Mario che già all’età di 14 anni inizia a “spignattare”, due anni dopo lavora a Trieste dove impara i segreti della pasticceria. Negli anni Trenta Mario svolge il servizio militare sul panfilo reale Savoia come vice chef: un giorno, fra gli addetti ai lavori delle cucine, viene bandita una gara per il dolce più buono e più veloce da preparare con gli ingredienti a disposizione in cambusa. Mario vince con un dolce a base di crema di zabaglione cotta, servita fredda in bicchiere. Nel 1939 Mario rientra a Pieris dopo esser stato imbarcato sui transatlantici del Lloyd Triestino e trasferisce i segreti di cuoco di bordo alla cucina di famiglia. Chiama la sua gustosa creazione dolciaria Coppa Vetturino. Meno di 10 anni dopo il dolce sarà ribattezzato da Mario con il nome di Tirime su; prendendo spunto dall’espressione dialettale, un po’ osé, utilizzata da Bruno Cimadori, assiduo frequentatore del Vetturino, durante un pranzo: in tono scherzoso, Bruno si rivolse alla cameriera magnificando le doti afrodisiache del dolce. E’ negli anni ‘60 che l’albergo si amplia, è rinnovato negli arredi, accoglie sempre più spesso una clientela internazionale. Coadiuvato dal fedele collaboratore Mario Pipani, la cucina di Cosolo attrae personaggi famosi del mondo dello spettacolo e dello sport: Gino Bartali, Tiberio Mitri, Walter Chiari e Alida Chelli, Gianni Morandi, Johnny Dorelli e Catherine Spaak, Charles Aznavour, Maria Callas, Zigaina e Pasolini...