La Sagra delle Raze
Attorno alla famosa “raza”, l’anatra, viene costruita una festa paesana in suo onore, per valorizzarla, degustarla e conoscerla assieme ad altre specialità locali. Per due settimane vengono, infatti, allestiti chioschi a Staranzano per celebrare una tra le più antiche sagre del territorio, della cui origine non si è però certi (ci sono molte leggende a riguardo). Alcuni sostengono sia stata importata dai francesi durante la loro occupazione della Bisiacaria (quindi nel 1797), altri la collocano durante l’occupazione austroungarica, facendola corrispondere alla festa dei Coscritti i quali, prima di partire per Vienna per svolgere il servizio militare, cacciavano i germani reali, ovvero le raze, e li mangiavano facendo festa in paese. Si trattava inizialmente di una sagra modesta tra cittadini di Staranzano e i loro familiari e amici, che si riunivano per degustare questo piatto, soprattutto nei ristoranti della zona del vecchio Mulino; qui, oltre a pasteggiare allegramente assieme, si ballava e si giocava al “palo della cuccagna” o al “tiro della fune”, che talvolta venivano interrotti dall’arrivo dei gendarmi, chiamati per placare le risse che insorgevano tra gli sfidanti e che non riuscivano ad essere risolte da una semplice bevuta. Il Mulino venne poi abbattuto, e una serie di vicissitudini fecero sì che si cambiasse la sede della sagra, spostata al campo sportivo di via Venezia oppure all’area dei Festeggiamenti di Dobbia. La festa veniva gestita a rotazione da diverse realtà organizzate presenti sul territorio e dai partiti. Questi erano gli unici in grado di gestire una manifestazione di tale portata (si era infatti molto sviluppata nel corso del tempo). Dopo la metà degli anni Novanta, la Sagra ritornò definitivamente ad essere svolta nel centro del paese: inizialmente solo nell’area parrocchiale, e poi anche lungo la strada, poichè lo spazio necessario diveniva ogni anno maggiore data la costante crescita della manifestazione. Vi prendevano parte non solo i paesani, ma anche cittadini della regione, del Veneto e degli Stati confinanti. L’organizzazione impegnò sempre di più le associazioni, che dovettero far fronte a questo sviluppo continuo: la manifestazione venne rivista in un’ottica sempre più interessante ed innovativa. Oggi la Sagra è gestita da un Comitato Organizzatore, composto da membri delle diverse associazioni interessate allo sviluppo della manifestazione, e da alcuni partner istituzionali; inoltre, c’è un’attiva partecipazione di molte associazioni tematiche o specializzate; in totale, sono una ventina le associazioni che prestano il loro lavoro, sempre a carattere volontario, mantenendo l’evento di un certo livello: la Sagra de le Raze è difatti una delle feste di paese più frequentate, attese ed innovative. Basandosi su una cultura enogastronomica unica, riesce a spaziare in vari ambiti (soprattutto sportivi e culturali) che attirano un pubblico sempre maggiore, soprattutto giovane. Le due settimane durante cui prende vita la festa sono ricche di mostre, musica, spettacoli ed esposizioni; durante i quindici giorni viene celebrata anche la Festa dell’Uva, che onora le tradizioni e le origini contadine del luogo.