Una selezione di immagini, oggetti e testimonianze che ripercorrono la costruzione del Toti nell’estate del 1965 nel cantiere di Monfalcone, che vantando maestranze altamente formate e capacità produttiva venne riconosciuta nello stretto novero dei costruttori di questo sofisticato sistema di difesa. Varato nel 1967, il sottomarino è stato il primo costruito in Italia dopo la Seconda Guerra Mondiale con il compito di pattugliare le acque del Mediterraneo per individuare il passaggio di sottomarini sovietici. Nel 1997 compie il suo ultimo viaggio e nell’estate del 2005 giunge al Museo di Milano dov'è conservato.
La costruzione del Toti inizia nell’estate del 1965, quando su alcune taccature di legno in un angolo dei cantieri navali della Italcantieri di Monfalcone appare uno strano anello di acciaio di oltre quattro metri di diametro. L’Acciaio AQ58 usato per il Toti purtroppo faceva un po’ di ruggine. Anche se non era paragonabile alle migliori leghe odierne poteva essere facilmente piegato in anelli, con resistenti lastre spesse circa due centimetri capaci di resistere alle pressioni degli abissi marini. Ormai erano passati più di vent’anni dalla costruzione dell’ultimo mezzo militare subacqueo in Italia. Bisognava ricominciare tutto da zero.
I profondi sconvolgimenti politico-militari avvenuti in quegli ultimi anni nello scacchiere del Mediterraneo – mare sempre meno nostrum - e la necessità della NATO di controllare i movimenti dei sottomarini sovietici, riabilita l’industria nazionale e i cantieri di Monfalcone in particolare, nello stretto novero dei costruttori di questo sofisticato sistema di difesa.
A cura di Marco Iezzi, curatore del Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia Leonardo da Vinci, Milano.