
Introduzione
Grazie ad un documento degli anni Cinquanta del XVIII, è noto l'anno in cui è stato eretta la Casa Domenicale (oggi nota come Villa Sbruglio). La costruzione di quest'ultima avviene nell'anno domini 1611, indicativamente in contemporanea all'insediamento della Famiglia Sbruglio sul territorio.
L'edificio, già allora possedeva un peso e una rilevanza a livello regionale tanto da essere annoverato nei documenti insieme al Palazzo della Città di Udine e Palazzo Rivarotta sempre in provincia di Udine.
Grazie al confronto tra il catasto dei Beni della famiglia del Settecento ed il catasto Austriaco è stato possibile riscontrare l'esistenza di più restauri ed ampliamenti, avvenuti tra il 1771 ed il 1830.
Tra i principali spicca quello avvenuto tra il 1818 ed il 1830. La Villa era costituita da due edifici maggioritari: uno centrale (probabilmente palazzo padronale) ed uno posto al delimitare dell'aia del giardino di pianta più allungata. A nord invece erano presenti tre case coloniche, poste a confine settentrionale della proprietà.
Dopo il 1830, l'edificio centrale sparisce, ma le abitazioni padronali restano e vengono spostate nell'ampliamento creato nel secondo edificio. Vengono poi aggiunte due barchesse speculari collegate da un'esedra che chiudono il giardino. Le attività agricole hanno ora una nuova locazione, nuovi edifici eretti a ridosso dell'argine.
La residenza passa di proprietà alla Famiglia Giulaj di Gorizia nel 1870 insieme a tutti i possedimenti collegati. La dimora cambia di nuovo proprietario nel 1885, passando in mano di Giacomo de Prandi. Durante la Grande guerra parte della villa è stata adibita ad usi militari. Su un muro esterno è ancora visibile una croce rossa, a testimonianza del passato di presidio ospedaliero bellico.
Nel 1938, un devastante incendio distrusse interamente le strutture interne originarie ed il frontone timpanato sostenuto da quattro colonne oggi ancora visitabili poste alla sommità di uno scalone monumentale.
La villa era “un gioiello d’arte architettonica. Il suo pronao in stile dorico, con la grandiosa scalinata, le dava un’imponenza unica. Il salone dei ricevimenti, i salotti tapezzati di damaschi e seterie, i mobili di stile impero, la sua grande e preziosa biblioteca, i famosi lampadari, quadri ed altri arredi ne facevano una residenza magnifica”. Il restauro degli attuali proprietari ha potuto restituire parte della pregevolezza dell’edificio.
Villa Sbruglio ad oggi si trova nella frazione di Cassegliano del Comune di San Pier d'Isonzo ed è attualmente abitata.
PER APPROFONDIRE
La Famiglia Sbruglio
Famiglia di origini nobili udinese fa la sua comparsa nella storia di Cassegliano nel 1331, quando il maso (poi di loro proprietà) inizia a procurare una rendita fissa di produzione. Una data importante è il 1556. E' in quest'anno che la famiglia Sbriglio entra in possesso del diritto del passo sul fiume Isonzo. Da Sagrado al mare, nessuno poteva nè possedere nè comprare una nuova barca senza la loro licenza.
Il loro potere, in crescita costante, porta la famiglia, dai primi del '600, ad avere un controllo quasi totale delle risorse di Cassegliano (diritto di pesca, caccia e possedimenti fondiari). Secondo un documento dell'epoca, gli Sbruglio avevano il diritto-dovere di traghettare persone, cose, animali. Sono ben noti al tempo i "Passadori di Cassegliano", l'antico mestiere di "traghettatori" che attraverso l'uso di barche, barconi e chiatte di varie misure portavano i carichi da una sponda all'altra del fiume.
Nel 1870 tutti i diritti ed i possedimento vennero venduti alla famiglia Giulaj.
Tra il 1870 ed il 1885 la Villa fu di proprietà del tenente maresciallo comandante delle truppe austriache Giulaj: ruolo che smise di ricoprire dopo la sconfitta subita a causa dei Franco-Piemontesi, quando fu destituito ed inviato al confino a Gorizia fino al 1860
La Famiglia Prandi
Nel 1885, il Conte Giacomo Prandi acquista dalla proprietà precendente la Villa. Sebbene la Famiglia Sbruglio cercò di riaverne la proprietà, non riuscì mai nel suo intento. La famiglia del conte era di origine austriaca ed era nota sotto il nome di Ulmhort. Il figlio del conte, Gino Prandi fu una figura rilevante nella storia locale della prima metà del XX secolo. Fu eletto Podestà ben due volte, nel 1910 e nel 1912 e nei due anni successivi ricoprì il ruolo di Consigliere di maggioranza alla Dieta provinciale e nel 1914 portò all'Assemblea un progetto di legge per rendere possibile la concessione di mutui a coloni ed agricoltori per l'acquisto di piccoli poderi. Con lo scoppio della Grande Guerra venne chiamato alle armi e per tutto il tempo di permanenza al fronte, la Villa fu occupata dal reparto di Bersaglieri dell'esercito italiano, che la trasformerà in ospedale militare e sede di comandi di Divisione, la più importante quella della XXVIIIa con a capo il Gen. Armando Diaz. Il Conte Gino rientrerà in Provincia da Vienna solo le tardo 1917, dove svolge mansioni di Commisario per l'acquisto e distribuzione degli approviggionamenti e si adopera per alleviare il disagio della popolazione. Il lavoro svolto in quel periodo è rimasto per decenni impresso nella memoria affettuosa della gente di San Pietro che ancora oggi è tramandata.
A causa delle sue origini, alla conlcusione del conflitto, Gino Prandi viene mandato al Confino in Sardegna da cui farà ritorno qualche mese più tardi.
Il Conte si spegne a Torino, a soli cinquantacinque anni, a causa di una malattia incurabile.
Bibliografia
- San Pier d'Isonzo, note per una o più storie (Franceschin 2023)
- SottoMonfalcone, Alla scoperta della città e del Territorio tra Timavo e Isonzo (Lacus Timavi 2020)
- Storija, tra Carso e Isonzo (Programma di iniziativa comunitaria interreg 2000-2006)
- Le ville nel territorio, p. 23-28
- Sito del Comune di San Pier d'Isonzo



