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Cimitero degli Invitti - Colle S.Elia

Introduzione

Il Colle di Sant’Elia è un’altura che si erge di fronte al Sacrario di Redipuglia, ospitante il Cimitero degli Invitti della Terza Armata, primo sacrario monumentale dedicato alla Prima Guerra mondiale. Nel 1923, anno della sua inaugurazione, accoglieva trenta mila soldati caduti che persero la vita sul vicino Monte Sei Busi e su tutta la linea del Carso Isontino. Molto suggestiva la visita, potendo osservare gli oggetti personali e i resti raccolti sui campi di battaglia che ornavano le sepolture.
Alla fine della Seconda Guerra mondiale, dopo la costruzione del Sacrario di Redipuglia per volere del regime fascista, le trenta mila salme vennero spostate, il Cimitero degli Invitti perse la sua originale funzione e il Colle venne convertito in Parco della Rimembranza: viottoli e scalinate sono percorse da cimeli e armi risalenti al conflitto, da cannoni e bombarde italiane e austriache.
Alle pendici del colle si trova anche il museo storico militare che, attraverso pannelli didattici, fotografie e cimeli offre una accurata documentazione sulla guerra e, in particolare, sulle dodici Battaglie dell’Isonzo. La sala centrale è dedicata alla guerra in trincea, con la ricostruzione di una trincea e la storia del Sacrario di Redipuglia; completa la struttura una sala video utilizzata a fini didattici.

Per approfondire

Il Colle S.Elia si presenta come promontorio carsico di oltre 40 m sul livello del mare. Fu scelto come luogo di eterno riposo per i caduti della dorsale carsica poichè ricopre un'importanza storica. La Quota è stata il punto centrale nei primi tempi di guerra sul tratto di fronte da Gorizia al mare (da S. Michele a Monfalcone), allora affidata alla Terza Armata. La collina fu oggetto delle prime avanzate austriache (con scopo l'approccio militare al Carso) al fine di rallentare l'offensiva italiana. Rotti gli argini del Canale Dottori (Costruito una decina di anni prima nel 1905), avevano allagato l'intera area, rendendo quindi l'altura l'unica via possibile. 
Quando a fine della Grande Guerra, la popolazione italiana chiedeva un luogo degno della sepoltura delle vittime del conflitto, in specifico alle decine di migliaia di caduti della Terza Armata, il Colle si presentava come locazione ideale per rievocare il campo di Battaglia Carsico, redendo l'ideazione di questa architettura militare funeraria prima ed unica nel suo genere. Gli ideatori, tra cui Antona Traversi lo definirono: "Questo Cimitero non assomiglia per nulla a tutti gli altri, ma ha carattere puramente militare. Qui non alberi, non fiori, non viali coperti di ghiaia; non sulle tombe i consueti simboli cristiani della pace in legno, in cemento od in marmo, ma terreno aspro e roccioso, con qualche rado sterpo o ciuffo d’erba, stinta e magra; sovra ogni tumulo un cimelio di guerra, l’uno diverso dall’altro: fucili e baionette composti in croce, affusti di cannone e di mitragliatrici, bombarde, proiettili di ogni calibro, scudi, elmetti, bossoli, tutti i simboli del grande e vario valore del popolo nostro; tutte le armi di offesa e di difesa; tutti gli ordigni che ricordano gli aspri cimenti; tutti gli oggetti che il soldato ebbe intorno a se nell’ora dell’attesa, della battaglia e della morte. Sopra ogni cimelio una epigrafe, un verso, un motto esaltatore, ammonitore, incitatore, o una parola amorosa”

Il 24 Maggio 1923, alla presenza di tutte le alte cariche del Regno sia civili sia militari e folle di reduci, venne officiato dal Vescovo Castrense Bortolomasi un rito suggestivo ma breve, in ligio stile militaresco.
Negli Anni 20 e 30, il Cimitero degli Invitti divenne una delle tappe focali del turismo patriottico-reducista, diventando meta di pellegrinaggio centinaia di migliaia di persone. Nel 1937, durante il regime fascita, venne dismesso e trasformato in Parco della Rimembranza in occasione della costruzione del Sacrario militare di Redipuglia. Sui pilastri del cancello d'ingresso sono ancora oggi presenti alcune iscrizioni, tra cui una dettata dal Gen. Domenico Guerrini << Non curiosità di vedere, ma proposito di ispirar vi conduca>>. Alcune delle lapidi che si possono intravedere durante visita sono state riportate in copia nell'adiacente Sacrario.  

Bibliografia

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