Descrizione
L'abitato di Medea è uno dei paesi meglio conservati del vecchio Friuli austriaco: ne sono la prova i numerosi i palazzi settecenteschi dai portoni caratterizzati da tradizionali archi in pietra.
Le sue origini preromaniche sono accertate dalla presenza di alcune tombe rinvenute sul versante settentrionale della collina; gli scavi hanno portato al rinvenimento di numerosi reperti archeologici, tra i quali alcune fibule in bronzo del IV secolo a.C.
Citato la prima volta in un atto di donazione (762) longobardo per l’istituzione dei monasteri di Salto e Sesto, il borgo verrà distrutto con il vicino castello dal Patriarca nel 1268, in seguito all’uccisione del vescovo di Concordia vice-domino patriarcale, avvenuta presso il colle. Il castello era abitato dai signori di Ungrispach.
Le sue origini preromaniche sono accertate dalla presenza di alcune tombe rinvenute sul versante settentrionale della collina; gli scavi hanno portato al rinvenimento di numerosi reperti archeologici, tra i quali alcune fibule in bronzo del IV secolo a.C.
Citato la prima volta in un atto di donazione (762) longobardo per l’istituzione dei monasteri di Salto e Sesto, il borgo verrà distrutto con il vicino castello dal Patriarca nel 1268, in seguito all’uccisione del vescovo di Concordia vice-domino patriarcale, avvenuta presso il colle. Il castello era abitato dai signori di Ungrispach.
Nel secolo XVI giurisdicente di Medea è la famiglia De Grazia che risedeva nel palazzo conosciuto come Casa Del Mestri, denita “castello caratteristico” munito di tre torri che riporta l’iscrizione “1634”.
Diverse famiglie nobiliari stabilirono la propria residenza nel borgo arricchendolo con pregevoli case dominicali: Mels-Colloredo, della Torre, Zamagna (posta al centro dell’abitato con parco retrostante), Canussio, Franzoni, Dubsky, Lanza, Nigris, Baldi.