Panzano bombardata

Panzano bombardata
Il Cantiere navale di Monfalcone, durante il secondo conflitto mondiale, produceva navi, sommergibili e aeroplani. A seguito dell’8 settembre 1943, la dissoluzione del Regio Esercito e l’immediata occupazione dei territori del Regno d’Italia da parte dell’esercito tedesco, Monfalcone e territorio divennero parte dell’OZAK, alle dirette dipendenze del Reichsgau della Carinzia in quanto “Zona di operazione militare”.

Gli armamenti prodotti dal Cantiere di Monfalcone andarono ad ingrossare l’arsenale del III Reich e l’approdo consentiva al naviglio tedesco di accedere a indispensabili manutenzioni. Dal 19 Marzo 1944 i locali CRDA divennero obiettivo dei bombardieri alleati.
Il limitrofo quartiere di Panzano subì gravissimi danni a partire dal bombardamento della notte tra l’11 e il 12 aprile 1944. I velivoli della RAF sbagliarono completamente obiettivo iniziando a sganciare le bombe appena all’interno del perimetro del Cantiere colpendo non solo Panzano ma anche la zona compresa tra via Randaccio e Valentinis oltre alle case popolari presso l’oleificio Luzzatti.
Le 71 vittime del bombardamento lo resero il più sanguinoso dell’intero conflitto mondiale: la maggior parte di esse furono estratte dalle macerie delle “case operaie” e dell’Albergo operai.

La mostra contiene un focus sulla perizia “Danni di guerra” del 1944, commissionata dalla Società Edile di Pubblica Utilità e correlata da 58 fotografie “Francesco Penco”, che rappresenta un documento fondamentale riguardante i danni subiti dagli stabili di proprietà dei CRDA nei bombardamenti del 19 marzo, 12 aprile e 25 maggio 1944 non solo a Panzano ma anche alle “Case Spaini”.
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