Giornate Europee del Patrimonio 2024

Panzano bombardata

Passeggiata - Panzano Bombardata

Il Cantiere navale di Monfalcone, durante il secondo conflitto mondiale, produceva navi, sommergibili e aeroplani. A seguito dell’8 settembre 1943, la dissoluzione del Regio Esercito e l’immediata occupazione dei territori del Regno d’Italia da parte dell’esercito tedesco, Monfalcone e territorio divennero parte dell’OZAK, alle dirette dipendenze del Reichsgau della Carinzia in quanto “Zona di operazione militare”.

Gli armamenti prodotti dal Cantiere di Monfalcone andarono ad ingrossare l’arsenale del III Reich e l’approdo consentiva al naviglio tedesco di accedere a indispensabili manutenzioni. Dal 19 Marzo 1944 i locali CRDA divennero obiettivo dei bombardieri alleati.
Il limitrofo quartiere di Panzano subì gravissimi danni a partire dal bombardamento della notte tra l’11 e il 12 aprile 1944. I velivoli della RAF sbagliarono completamente obiettivo iniziando a sganciare le bombe appena all’interno del perimetro del Cantiere colpendo non solo Panzano ma anche la zona compresa tra via Randaccio e Valentinis oltre alle case popolari presso l’oleificio Luzzatti.
Le 71 vittime del bombardamento lo resero il più sanguinoso dell’intero conflitto mondiale: la maggior parte di esse furono estratte dalle macerie delle “case operaie” e dell’Albergo operai.

La mostra contiene un focus sulla perizia “Danni di guerra” del 1944, commissionata dalla Società Edile di Pubblica Utilità e correlata da 58 fotografie “Francesco Penco”, che rappresenta un documento fondamentale riguardante i danni subiti dagli stabili di proprietà dei CRDA nei bombardamenti del 19 marzo, 12 aprile e 25 maggio 1944 non solo a Panzano ma anche alle “Case Spaini”.


 
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Le giornate in Villa

La mostra intende raccontare e condividere quanto è stato possibile scoprire e raccogliere alle iniziative legate al progetto "Fa che no soni la sirena!" sotto forma di documenti, interviste, testimonianze, oggetti ecc.

Il territorio stesso diviene così il principale "sito" di ricerca e indagine a riguardo degli anni della Guerra Aerea in Bisiacaria: molti di questi documenti, testimonianze e oggetti sono parte del patrimonio di numerose famiglie che li hanno condivisi per arrichire se non addirittura tracciare nuovi aspetti di questo campo di indagine. Motivo fondante perché ciò avvenisse è il progetto stesso, non inteso però come serie di iniziative, ma come occasione di incontro, confronto, divulgazione/raccolta e, nuovamente, divulgazione.

La Guerra Aerea fu una esperienza traumatica che coinvolse e accomunò l'intero territorio e che l'intero territorio npotrà raccontare in una grande mostra conclusiva.
Agli oggetti raccolti dal CCM e/o censiti grazie alle famiglie che li custodiscono, saranno inoltre sommati quelli delle collezioni private: oggetti utili nella comprensione di molti temi legati alla Guerra Aerea come l'Unione Nazionale di Protezione Antiaerea e le numerose forme di P.A.A. ma anche cimeli umili che descrivono aspetti imprevedibili della vita nella Bisiacaria di 80 anni fa.
 

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