Le tradizioni culinarie di un popolo, e ancor più della popolazione di una piccola area geografica, sono un insieme di tasselli, di ingredienti che derivano dalle influenze esercitate dai popoli vicini e da quelli dominanti, dai commerci, dalle immigrazioni, dai prodotti dell’agricoltura e dalla pesca. La Bisiacaria, dominata per secoli dalla Serenissima, poi dagli Asburgo, lambita dal mare, transito di vie commerciali, luogo in cui i feudatari veneto-friulani avevano le loro tenute e dove, successivamente, sono arrivati ricchi possidenti da Trieste e da Gorizia, ha assorbito da ciascuno un po’ di cultura della tavola. La sua connotazione non è però immobile nel tempo: fra qualche secolo nuove contaminazioni ed abitudini globali le conferiranno altri sapori, simili a quelli di oggi, ma non identici. «La storia della cucina, anche se per molti è storia minore, è sempre molto interessante ed importante perché fa capire e conoscere gli usi e costumi dei popoli, ne svela progressi, contatti e influenze avuti con le genti limitrofe» scriveva Lella Au Fiore nella prefazione a Magnari.
OBIETTIVI DI PROGETTO
Le ricette antiche, lette in chiave storico ed etnografico sono indicatrici di importanti elementi, e i legami che si possono trovare tra esse possono portare a interessanti connessioni storiche e sociali. L’idea è di integrare le conoscenze sulle ricette tipiche, con informazioni legate a influenze derivanti da popolazioni vicine. Gli apporti della civiltà di Roma - prima - e in seguito quelli dei Veneziani, dei Francesi, degli Austriaci d’Asburgo, nonché la vicinanza e l’influenza delle popolazioni slave, hanno creato un compendio di culture e di saperi che, oltre a riflettersi tutt’oggi nella toponomastica, nella letteratura e nei linguaggi, indiscutibilmente si ritrova anche nei nostri stili di vita e nelle abitudini alimentari.
Il Consorzio si avvale di enti partner del progetto: l’Associazione Culturale Bisiaca, l’Accademia Italiana della Cucina (che collabora con il Progetto Il gusto dei saperi), l’Associazione Italiana di Storia Orale con la quale collabora la ricercatrice Chiara Spadaro assegnista di ricerca sul tema “Educazione al gusto e al paesaggio fra scuola e comunità”, l’Università degli Studi di Trieste con il geografo e storico prof. Sergio Zilli, la Scuola di agraria BEM ed il Museo di Documentazione della Civiltà Contadina di Farra d'Isonzo.
Il progetto prosegue la ricerca condotta in Cacciatori di memorie. La Provincia si racconta realizzato tra il 2020 e il 2021 grazie al finanziamento regionale per la Valorizzazione del patrimonio storico-etnografico. Tutti i materiali ritrovati verranno selezionati e digitalizzati, e insieme ai filmati che verranno realizzati, saranno resi fruibili al pubblico sul sito web del Consorzio Culturale del Monfalconese, sul canale YouTube dell’Ecomuseo Territori e diventeranno parte di una mostra multimediale che verrà allestita presso Villa Vicentini Miniussi. Tutti i materiali realizzati verranno messi a disposizione dei partner per allestimenti, attività promozionali, di ricerca e indagine, e i video saranno fuzionali alla promozione di percorsi turistico-culturali attraverso il portale “https://www.ciaobellezza.it/” a cui il CCM ha aderito nel 2024.