La storia
In un territorio prevalentemente agricolo, qual era quello del Monfalconese prima della costruzione del cantiere navale, il cotonificio di Vermegliano racconta una storia importante di quel processo di industrializzazione e di diversificazione produttiva che ha caratterizzato il nostro territorio fin dalla fine dell’Ottocento quando un gruppo di industriali triestini, proprietari della “Società del Filatojo meccanico di Aidussina”, decisero di costruire la “Tessitura meccanica di cotoni di Vermegliano”, iniziando le produzioni nel 1885.
Successivamente il cotonificio di Vermegliano, dopo essere stato acquistato nei primi anni del Novecento dalla famiglia Brunner ed essere entrato con gli stabilimenti di Gorizia ed Aidussina a far parte del gruppo “Cotonificio Triestino”, alla fine degli anni Trenta viene rilevato dagli industriali lombardi Tognella e Shapira. Negli anni dell’immediato secondo dopoguerra raggiunge l’apice del proprio sviluppo con circa 650 dipendenti. Con l’unica interruzione dovuta agli eventi bellici del primo conflitto mondiale, l’attività produttiva dello stabilimento di Vermegliano si prolunga fino al luglio del 1965, quando la proprietà del gruppo decide che la fabbrica non è più redditizia e ne sancisce la chiusura. Da quel momento, salvo un breve periodo in cui gli edifici ospitarono le attività dell’industria aeronautica Meteor, il complesso industriale viene definitivamente abbandonato e per i capannoni e le palazzine dell’ex cotonificio inizia il periodo della progressiva decadenza, fino a quando il complesso venne trasformato in area commerciale.
La testimonianza
“Quando seppi della prossima demolizione della fabbrica di Vermegliano, in cui io e tantissime altre donne avevamo lavorato, mi venne un grande desiderio di raccogliere tutte le fotografie e tutte le testimonianze che riuscivo a trovare, perché il ricordo di quella fabbrica e di quelle donne non andasse perso” Elda Soranzio.




