Le straordinarie scoperte archeologiche di San Canzian d’Isonzo

La storia

La tradizione vuole che, durante la terribile persecuzione contro i cristiani ordinata da Diocleziano nel 303, la Chiesa abbia porto moltissimi martiri in tutto l’Impero e che, tra loro, ci fossero anche Canzio, Canziano, Canzianilla, Proto e Crisogono. Secondo le varie redazioni delle Passiones, i tre Canzi erano tre fratelli romani, cristiani e appartenenti ad una ricca e potente famiglia imparentata con quella degli Anici; quando iniziò la persecuzione religiosa, decisero di vendere i loro beni e distribuire il ricavato ai poveri e, assieme al loro maestro Proto, di fuggire ad Aquileia, dove avrebbero potuto contare sul sostegno del loro amico Crisogono. Una volta giunti ad Aquileia però, scoprirono con dispiacere che il loro amico era appena stato giustiziato per la sua fede in una località posta non molto lontano dalla città, oltre l’Isonzo: Aquae Gradatae. Durante la notte ebbero la visione di Cristo, il quale li esortò a recarsi in quella località, così si misero presto in viaggio. Una volta giunti ad Aquae Gradatae, si misero a pregare sulla tomba di Crisogono, ma furono presto raggiunti e catturati dalle guardie che li avevano seguiti. Gli fu imposto di abiurare la loro fede, ma poiché rimanevano saldi in essa, furono alla fine giustiziati in quella stessa località; il prete Zeno provvide alla loro sepoltura non lontano dalla tomba di Crisogono.
Il luogo dove questi santi furono martirizzati e sepolti divenne presto meta di pellegrinaggio, al punto che, Venanzio Fortunato, poeta del VI secolo, scriveva: “Aut Aquileiensem si fortasse accesseris urbem Cantianos Domini nimium venereris amicos”, e se per caso giungerai ad Aquileia, ricordati di venerare degnamente i Canziani, amici del Signore. La popolazione locale tributò sempre loro un culto semplice ma genuino: da tempo immemorabile, si organizzava una processione annuale che aveva luogo in una specifica località nota attraverso il nome di Grodate; ben presto inoltre, per conservare i sacri resti, furono edificati una serie di edifici: prima memorie e poi chiese, finemente decorate da elaborati mosaici. San Canzian poi mantenne il legame con questi santi martiri anche attraverso il suo nome: già nel medioevo infatti, la località era nota come “vico dei Santi Canziani” e all’epoca di Ludovico il Pio sembra esserci stato in zona un monastero a loro dedicato. Tuttavia, con il passare degli anni e con le numerose scorrerie che questo territorio subì, gli antichi edifici di culto paleocristiani andarono perduti assieme alle sacre reliquie: della memoria dei Santi martiri Canziani non rimase altro che un ricordo sbiadito e oscurato dal lento passare dei secoli. Infine, una concezione ipercritica della storia negò addirittura ogni legame di questo territorio con le vicende di questi santi.

La riscoperta

Nonostante ciò, una serie di indizi e ritrovamenti hanno fatto supporre ad alcuni studiosi scevri di pregiudizi che l’area avesse una certa importanza storica e religiosa, nonché un probabile legame con antichi racconti agiografici che si tramandavano da secoli. Così, nel 1960 sono iniziate le prime campagne di scavo protrattesi poi per tutto il decennio; i risultati sono andati oltre ogni aspettativa: non solo ci si è resi finalmente conto dell’importanza del luogo per la storia antica e altomedievale della nostra regione ma, antiche leggende millenarie sono state avverate a vantaggio della tradizione e della religiosità locali, attraverso la riscoperta dei sacri resti dei Santi Canziani.
Già nel 1972 al fine di conservare i ritrovamenti del decennio precedente, una vecchia aula accanto la chiesa parrocchiale fu trasformata in lapidario; ma fu nell’84 che il Comune di San Canzian d’Isonzo, assieme all’allora Centro Culturale Pubblico Polivalente, decisero di continuare a valorizzare le scoperte attraverso la realizzazione di un audiovisivo pensato ad hoc. Fu un grande successo. Qualche anno dopo, questo stesso materiale rifluì assieme ad altro nella raccolta di saggi: Ad Aquas Gradatas. Segni romani e paleocristiani a San Canzian d’Isonzo, che venne presentato al pubblico nell’ambito di una speciale conferenza tenutasi nell’autunno ‘91. Tuttavia anche con il passare degli anni l’interesse degli studiosi nei confronti di questa località non venne meno così, nel 2007 il Consorzio Culturale del Monfalconese pubblicò I santi canziani nel XVII centenario del loro martirio; volume composto dai contributi di tanti ricercatori che, con passione, hanno continuato ad occuparsi di questa località, nel tentativo di conservare la sua storia e memoria.

Bibliografia

Ad Aquas Gradatas. Segni romani e paleocristiani a San Canzian d’Isonzo. Saggi di M. Mirabella Roberti, L. Bertacchi [e altri...]. Consorzio Culturale del Monfalconese, Ronchi dei Legionari, 1991.

I santi canziani nel XVII centenario del loro martirio: atti del Convegno internazionale di studi: Pieris, 19-10-2003; San Canzian d'Isonzo/Skocjan ob Soci, 8-5-2004, a cura di G. Toplikar & S. Tavano. Deputazione di Storia Patria per la Venezia Giulia; Consorzio Culturale del Monfalconese, Ronchi dei Legionari, 2007.
 
edit

risorsa