
Claudio Bianchi, responsabile dal 1979 del reparto di Anatomia Patologica presso l’Ospedale civile di Monfalcone, scelse di trasferirsi all’Ospedale San Polo da Trieste, dove era aiuto anziano dell’illustre professor Luigi Giarelli, per dedicarsi alla ricerca e allo studio dei numerosi casi di decessi e malattie asbestocorrelate. Fu tra i primi a denunciare la relazione tra l’uso di materiali contenenti amianto e l’insorgenza di casi clinici e grazie anche ai suoi studi nel 1992 il minerale killer fu messo al bando a livello nazionale con la legge n. 257 che ne vieta l’estrazione, l’importazione, la commercializzazione e la produzione di prodotti contenenti amianto, secondo un programma di dismissione il cui termine ultimo fu fissato al 28 aprile 1994. Nel 2017, dopo oltre cinquant’anni di attività e dopo pochi mesi dalla scomparsa del professor Bianchi, il suo ricco archivio, costruito in tanti anni di studio e fatto di documenti, osservazioni, appunti, fotografie e pubblicazioni, viene donato al Consorzio Culturale del Monfalconese con il quale il professore, già dagli anni ’90, aveva collaborato attivamente.
Oggi l’archivio è conservato presso la Villa Vicentini Miniussi di Ronchi dei Legionari, sede del Consorzio, e in questa sede nello spazio dedicato sarà possibile consultarne i documenti e prendere visione di alcuni strumenti e arredi appartenuti all’illustre professore.
La storia dell’Archivio Claudio Bianchi
In seguito alla scomparsa del dottor Bianchi il suo archivio fu traslocato dalla sede del “Centro, Studi della LILT di Gorizia” ad un deposito dell’Ospedale Civile di Monfalcone che a sua volta coinvolse il Consorzio Culturale del Monfalconese offrendo l’opportunità di trasferire l’intero archivio presso la sede di Villa Vicentini Miniussi per garantirne la conservazione e la sua valorizzazione, con l’accordo della famiglia Bianchi. Sin dall’aprile del 2017 la Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia (Direzione centrale ambiente ed energia. Servizio disciplina gestione rifiuti e siti inquinati) supportò un progetto di riordino dell’archivio garantendo un sostegno economico. Grazie alle tante realtà operanti sul territorio, sensibili al tema AMIANTO, negli anni la partecipazione al progetto è aumentata tanto che si è costituita una rete di partner che hanno messo a disposizione risorse finanziarie, competenze scientifiche e volontari. A partire dalla valorizzazione dell’archivio si è sviluppato un progetto di sensibilizzazione dal titolo Te lo racconto io l’amianto! che ha incontrato la partecipazione del Comune di Monfalcone, l’AEA - Associazione Esposti Amianto di Monfalcone, la LILT Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori Sez. Isontina, Ass. Scienza Under 18 Isontina, ConfServizi, Ass. culturale Benkadì APS e numerose scuole territorio.
Prima parte
Nel 2018 fu affidata ad una cooperativa di specialisti la prima fase di riordino dei documenti. Fu posta immediata attenzione alla selezione di quanto presente nell’archivio, in base all’art. 122 del D.L. 22 gennaio 2004, n. 42. Codice dei beni culturali e del paesaggio, ai sensi dell’art. 10 L. 6 luglio 2002, n. 137. Libri, pubblicazioni, riviste mediche, fotocopie ed estratti da ricerche scientifiche, quaderni, fogli sciolti sedimentati anche in raccoglitori ad anelli: una parte di essi ereditati dal medico ronchese Francesco Mirabella (1923-2002) attento studioso di vari settori della medicina, in particolare quello delle malattie asbestocorrelate. Claudio Bianchi riconobbe di essere a lui debitore sì per la grandissima quantità di pubblicazioni, di idee, suggerimenti ricevuti ma soprattutto per l’insegnamento che la “conoscenza” è un valore da perseguire, a costo di ogni sforzo e sacrificio.
L’archivio riordinato consta di 256 unità di conservazione così suddivise:
Documentazione personale e formazione - b. 1
Atti e Corrispondenza - bb. 1 - 4
Attività di ricerca scientifica - bb. 5 - 19
Procedimenti legali e perizie - bb. 20 – 62
Album, foto e manifesti - bb. 63 – 67
Fondo Roberto Sturni - bb. 68 – 69
Estratti da pubblicazione scientifiche - bb. 70 – 189
Rassegna stampa - bb. 190 – 192
Fondo Francesco Mirabella - bb. 193 – 256
Seconda parte
Nel 2020 fu rinvenuta ulteriore documentazione che andò ad integrare l’Archivio Claudio Bianchi. Grazie nuovamente al contributo dell’Associazione Esposti Amianto, fu possibile integrare il precedente lavoro con ulteriori 38 unità di conservazione, mantenendo invariata la sequenza delle serie archivistiche precostituite:
Documentazione personale e formazione – b. 1
Atti e Corrispondenza – b. 2
Attività di ricerca scientifica – bb. 3 – 7
Procedimenti legali e perizie – bb. 8 – 28
Estratti da pubblicazione scientifiche – bb. 29 – 35
Fondo Francesco Mirabella – bb. 36 – 38
Nel suo complesso l’archivio è costituito da 294 unità di conservazione descritte negli inventari consultabili presso il Consorzio Culturale del Monfalconese.
Testo di Marina Dorsi

Claudio Bianchi, una vita al servizio
Laureato in medicina presso l’Università di Padova nel 1960, conseguì successivamente i diplomi di specializzazione in anatomia patologica ed in psichiatria. Nel periodo 1961-68 prestò servizio presso l’Istituto di Anatomia Patologica dell’Ospedale Maggiore di Trieste e dal 1968 al 1979 presso l’Istituto di Anatomia Patologica dell’Università di Trieste. Dal 1979 al 2002 diresse il Servizio di Anatomia Patologica dell’Ospedale di Monfalcone. Dal 1968 al 2001 svolse attività didattica presso la Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università di Trieste, tenendo corsi di Anatomia Patologica in varie Scuole di Specializzazione. Le sue ricerche hanno riguardato in particolare i tumori indotti dall’amianto e la patologia delle demenze. Fu divulgatore scientifico, consulente per varie Procure e Tribunali nonché consulente di parte di soggetti affetti da malattie asbestocorrelate nel Friuli Venezia Giulia ed in altre regioni d’Italia. Dal 1997, fino alla sua scomparsa, fu Presidente della Sezione Provinciale di Gorizia della Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori e membro della Commissione Nazionale sulla Cancerogenesi Ambientale della LILT. Tra il 1999 ed il 2015 pubblicò centinaia di articoli per il Centro di Studio e Documentazione sui Tumori Ambientali di Monfalcone. Fu autore, inoltre, di articoli e saggi sulla letteratura triestina e sulla storia delle religioni. Appassionato delle arti figurative dagli anni del liceo, realizzò alcune mostre personali. Curò anche mostre sul periodo triestino di James Joyce (tenutesi a Dublino, Trieste e Duino) ed una mostra sugli effetti biologici dell’amianto (presentata a Gorizia, Trieste, Monfalcone, Muggia e Roma). Nel 2003 organizzò a Monfalcone un convegno internazionale sulla messa al bando dell’amianto in Europa i cui atti furono pubblicati dalla Fondazione Ramazzini.
Isabella Balena, 2005




