Fondo Guido Russi

Il fondo è costituito da un considerevole numero di negativi su pellicola e di stampe realizzate dall’ottico e fotografo professionista Guido Russi (1924-2017), originario di San Pier d’Isonzo.
Guido Russi scopre la sua passione per la fotografia in giovane età grazie al lavoro svolto presso lo studio del fotografo triestino Giovanni Cividini (1879-1959), e coltiverà questa passione per tutta la vita.
Il fondo risulta molto vasto; si compone, tra le altre, di un gran numero di fotografie a stampa e negativi su pellicola prodotti dal Russi durante la sua attività nelle formazioni partigiane, fornendo preziose fonti storiche sulla lotta di Liberazione Nazionale in Friuli Venezia Giulia e nella limitrofa Slovenia (ex Jugoslavia). Molte delle foto, infatti, hanno come soggetti partigiani italiani e sloveni ritratti in diversi momenti della loro attività di guerra: marce, episodi di quotidianità e raduni svoltisi tra il 1944 e il 1945.
Una volta tornato in abiti civili, Russi rivolge particolare attenzione alle manifestazioni e alle ricorrenze legate alla fine del conflitto mondiale, arricchendo il fondo con molte immagini.
Inoltre, si è dedicato alla rappresentazione del territorio naturale isontino, in particolare attorno alla città di San Canzian d’Isonzo. Gli scatti sono conservati nella collezione assieme ad un gran numero di riproduzioni fotografiche riguardanti il Cantiere Navale di Monfalcone. Le riproduzioni includono anche molte immagini relative agli esperimenti condotti sui prigionieri dei campi di sterminio nazisti. 
Il fondo include anche alcuni documenti, come ad esempio il quindicinale della Brigata Garibaldi-Trieste “La voce del bosco”.

CONTESTO STORICO
Un peso importante nella produzione di Guido Russi, è legato alla lotta di Liberazione Nazionale, definibile come un movimento popolare, politico e militare, sorto nel contesto del secondo conflitto mondiale, con il preciso obiettivo di liberare l’Italia dal nazifascismo.
In Friuli Venezia Giulia si sono contati un totale di 17.800 partigiani combattenti.
Quello che non va trascurato, è la posizione geografica della nostra regione, confinante, all’epoca, con la Jugoslavia. È infatti molto rilevante l’influenza del vicino Movimento di liberazione Jugoslavo, sorto a seguito dell’invasione nazifascista della Jugoslavia nell’aprile del 1941.
La vicinanza ad un movimento di liberazione di questo tipo, ha costituito per gli antifascisti italiani un punto d’appoggio importante, accelerando i tempi di trasformazione delle prime bande ribelli in brigate e divisioni ben organizzate, ma, soprattutto, portando importanti indicazioni politiche e organizzative. Inoltre, forte è stata l’influenza politica scaturita dal rapporto tra i due movimenti partigiani, proseguiti anche nel primo dopoguerra[1].

ACQUISIZIONE E STORIA ARCHIVISTICA
La collezione fotografica, è stata donata da Nereo Russi, figlio di Guido Russi, nel rispetto delle volontà del padre, all’ANPI di San Canzian d’Isonzo, nell’agosto del 2020.
A sua volta, l’ANPI, tramite comodato d’uso, ha affidato la collezione al Consorzio Culturale del Monfalconese, che ne garantisce la conservazione e la possibilità di consultazione per compiere ricerche a fini di studio o di pubblicazioni.
Grazie al contatto diretto con Nereo Russi e con il presidente dell’ANPI di San Canzian d’Isonzo, Sergio Cosolo, è stato possibile ricostruire in maniera dettagliata la biografia di Guido Russi e collocare nel tempo e nello spazio un cospicuo numero di fotografie.


[1] Gallo,G. LA RESISTENZA IN FRIULI, 1943-1945; Arti Grafiche Friulane, Udine,1989.
 

Biografia

Guido Russi nasce a San Pier d’Isonzo il 29 settembre 1924 da una famiglia originaria di Staranzano. Primogenito dei cinque figli nati dal matrimonio tra Angelo Russi, dipendente dell’Italcantieri, e Giuseppina Laco, casalinga.
La carriera lavorativa di Russi inizia molto presto. È infatti il 1938 quando, per aiutare economicamente il padre nel mantenimento della famiglia, trova una prima occupazione presso lo studio del fotografo professionista Giovanni Cividini (1879-1959), fondato a Panzano, rione di Monfalcone, nel giugno del 1931. È dunque in via Cosulich 105 che Russi, appena quattordicenne, inizia ad approcciarsi alla fotografia, passione che lo accompagnerà per tutta la vita.
Nei quattro anni lavorativi impiegati a Monfalcone, protagonisti dei suoi scatti sono stati il Cantiere Navale e le cerimonie del varo delle navi.
Nel 1942 viene assunto dalla foto ottica Avanzo di Trieste, che Russi raggiunge ogni giorno in treno. Qui continua a prestare servizio come fotografo, ma, soprattutto, inizia a prendere dimestichezza con il mestiere di ottico, professione che lo renderà famoso in tutto il territorio isontino.
Allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale, viene dispensato dall’arruolamento nell’Esercito Italiano. Si unisce alle Formazioni Partigiane il 20 luglio 1944, presso il I Battaglione della Brigata Trieste, divisione Natisone. Partecipa attivamente alle azioni di guerriglia in montagna, per un totale di quattordici giorni e, successivamente, il 3 agosto 1944 viene fatto tornare in pianura per svolgere operazioni segrete. Anche nelle fila partigiane, Russi non si separa mai dalla macchina fotografica, fissando episodi della Resistenza che rappresentano una testimonianza preziosa di ciò che è accaduto al confine tra il Friuli Venezia Giulia e l’attuale Slovenia dal 1943 al 1945.
Anche dopo la Liberazione, continua a documentare manifestazioni e ricorrenze legate alla fine del conflitto mondiale e diventa membro attivo dell’ANPI, di cui ricopre anche la carica di presidente.
Conclusa la Seconda Guerra Mondiale, apre una prima attività come fotografo a Monfalcone, che ha avuto però vita molto breve. Russi infatti, assieme ai tre fratelli minori, decide di trasferirsi a Fiume. Qui, trova lavoro come fotoreporter per il quotidiano “La Voce del Popolo”, il cui primo numero risale al 1944.
Tonato in Italia, nel 1952 apre assieme alla moglie Laura Braida il primo negozio di ottica nell’edificio della pesa pubblica, collocato nella piazza di Pieris, frazione di San Canzian d’Isonzo, dove i coniugi lavorano per due anni. Nel 1954 l’ottica si sposta in via Guido Brunner.
È il 1958 quando l’attività viene trasferita nella sede attuale, in via Nazario Sauro: un edificio più accogliente dei precedenti, che Russi rende inconfondibile, facendo assumere alla facciata le sembianze di una grande macchina fotografica.
La passione per l’ottica e la fotografia viene tramandata di figlio in figlio; Nereo, nato dall’unione di Guido Russi e Laura Braida, affianca il padre nel suo lavoro a partire dal 1975.
Accanto all’ottica, Russi continua a portare avanti il suo lavoro come fotografo, prestando servizi fotografici per manifestazioni private e fotografando ambienti naturali del territorio isontino.
Fino a quando la salute glielo ha permesso, è sempre stato presente in negozio, supervisionando il lavoro del figlio e delle due nipoti che, come il loro padre, hanno seguito le orme del nonno.
Guido Russi si spegne nel 2017, all’età di 93 anni, lasciando in eredità testimonianze preziosissime di quello che è stata la Resistenza di confine in Friuli Venezia Giulia.

Ricerche a cura di Anna Romeo

 

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